Presepe napoletano
Napoli

Presepe Napoletano a San Gregorio Armeno

Intro: Il Presepe Napoletano è una delle tradizioni natalizie più importanti per le famiglie della mia città. Ogni anno, a San Gregorio Armeno va acquistata una statuetta nuova. Vi racconto tutto!

Quando in Campania si pensa al presepe, il primo pensiero va a Napoli e a San Gregorio Armeno.

Questa è la via dove gli artigiani dell’arte presepiale lavorano tutto l’anno per realizzare statuine e dettagli adatti alle esigenze di ogni presepe napoletano.

In epoca romana, questa strada era popolata da tantissime botteghe di figurinai, che realizzavano piccole statue in terracotta da donare alla dea Cerere.

La tradizione è continuata nel Medioevo per proseguire fino ai giorni nostri e rendere San Gregorio Armeno, la via dei presepi di Napoli più famosa al mondo.

Quando nel resto d’Italia si allestiscono mercatini di Natale, nel centro storico della città gli artigiani presepisti lavorano alacremente per realizzare tanti pastori e accessori da accontentare il gran numero di visitatori.

Presepe napoletano: origini

Presepe Napoletano

Sembra che già nel 1340, la regina Sancia d’Aragonamoglie di Roberto d’Angiò, avesse regalato un presepe alle suore Clarisse, di cui oggi è rimasta la statua della Madonna nel Museo Nazionale di San Martino.

Tuttavia le origini del presepe napoletano sembrano partire nel 1458, quando messer Alberico Miroballis commissionò all’artista Martino de Simone de Jadena11 figure in legno per abbellire la Chiesa di Sant’Agostino alla Zecca.

Iniziò così la diffusione di questo stile come tradizione sacradalle chiese agli ambienti aristocratici.

Molti nobili facevano a gara nella realizzazione del presepe più bello, commissionandoli ai maggiori artisti dell’epoca, come Giuseppe Sanmartinoscultore del Cristo Velato, abilissimo a plasmare figure in terracotta.

Così, pian piano, la scena del presepe napoletano andò ampliandosi sempre più, finché il sacro rappresentato con la Natività abbracciò il profano, con la creazione di taverne, botteghe, pastori e Re Magi.

Nel Settecento, durante il regno di Carlo III di Borbone, il presepio conobbe il suo secolo d’oro.

Oggi, il presepe è ancora realizzato in molte famiglie napoletane per le festività natalizie e, come da tradizione, ogni anno va acquistato un nuovo pastore a San Gregorio Armeno

Troverete anche personaggi contemporanei, come De Filippo, Totò e Maradona, oppure delle leggende napoletane, come il Munaciello o la Bella Mbriana.

Pastori: come si realizzano

Quello che ha reso il presepe napoletano famoso in tutto il mondo è la sua rappresentazione culturale.

Accanto alla rappresentazione religiosa, c’è quella della vita napoletana con tutti suoi personaggi, come il pizzaiolo, il pescivendolo, la zingara, la meretrice, i pastori.

L’aspetto sociale è di grande impatto, emoziona, colpisce nel profondo.

Per realizzare un pastore (o un personaggio presepiale) esistono essenzialmente due tecniche:

  1. Del Settecento: testa in terracotta su corpo di filo di ferro ricoperto di canapa con mani e piedi in legno e abiti di seta di San Leucio;
  2. Del Novecento: tutto in terracotta, dipinto con colori acrilici.

Via San Gregorio Armeno

San Gregorio Armeno

Via San Gregorio Armeno collega perpendicolarmente il Decumano Maggiore e il Decumano Inferiore, quindi Via dei Tribunali e Via San Biagio dei Librai.

Molti turisti vengono a Napoli, per vedere via San Gregorio Armeno e i suoi presepi, nel periodo di Natale, trovando un luogo affollato e caotico.

Certo, l’atmosfera natalizia ha tutto un fascino diverso, ma se voleste godervi l’arte presepiale con calma e, perché no, fermarvi a fare quattro chiacchiere con qualche artigiano, vi consiglio di puntare a periodi come novembre e gennaio.

Ricordate che comunque le botteghe sono lì tutto l’anno.

presepisti napoletani si tramandano la loro arte di generazione in generazione e vederli all’opera è davvero magico.

Una volta qui, visita anche il Complesso di San Gregorio Armeno, con la chiesa, il convento e lo splendido chiostro.

Nell’ottavo secolo, le monache di S. Basilio, fuggite dall’oriente con le spoglie di San Gregorio, fondarono il complesso monastico, il cui campanile rappresenta uno dei scorci più belli della strada.

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