Degas a Napoli
Napoli

Presentata la mostra “Degas il ritorno a Napoli”

Intro: Oggi è stata presentata la mostra “Degas il ritorno a Napoli”, ospitata al Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore dal 14 gennaio al 10 aprile.

Dal 14 gennaio al 10 aprile, il Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore ospiterà la mostra “Degas il ritorno a Napoli”, realizzata da Navigare Srl in collaborazione con il Comune di Napoli.

L’obiettivo dell’esposizione è quello di rileggere la vita artistica di Degas alla luce del legame con la città partenopea ed è proprio quello che ha fatto il curatore Vincenzo Sanfo, radunando quasi 200 opere dell’artista francese.

Oggi, la mostra è stata presentata in anteprima alla stampa e ho partecipato, in modo da poter raccontare la visita.

Degas inaugurò il suo personalissimo Grand Tour a Napoli il 17 luglio 1856, dove ebbe modo di ricongiungersi con il nonno René Hilaire, che lo ospitò nella sua vasta dimora, Palazzo Pignatelli di Monteleone.

Edgar fu molte volte ospitato anche nella dimora di campagna del nonno, la settecentesca Villa Paternò a San Rocco di Capodimonte, acquistata da Hilaire De Gas nel 1819.

Napoli, città esuberante e vivace, offriva un clima mediterraneo, un grande fervore culturale e una vasta gamma di divertimenti pittoreschi, gastronomici e carnali.

Degas, tuttavia, consacrò il suo soggiorno napoletano al perfezionamento della sua pittura, come dimostra il Ritratto di Hilaire De Gas, opera raffigurante il nonno, il primo cimento artistico di rilievo del giovane Degas.

A Napoli, Degas frequentò l’Accademia Reale di Belle Arti, dove tutto era in fermento quegli anni e tutto stava cambiando.

La vita artistica da un lato è quella rigida dell’Accademia e dall’altro è la pittura anti-accademica rappresentata da un gruppo di vedutisti che dipingono all’aria aperta.

La vera riforma naturalistica viene attuata a Napoli da Filippo Palizzi al di fuori dell’Accademia e si afferma durante il 1840 – 1860. Proprio negli anni in cui Degas è a Napoli.

Visitò le collezioni del Real Museo Borbonico, oggi Museo Archeologico Nazionale, e andò su e giù per il vallone di Capodimonte per dipingerlo con Castel Sant’Elmo sullo sfondo.

Recepì stimoli importanti dalla scena artistica partenopea, animata in quegli anni dalla pittura naturalistica di Filippo Palizzi, con il quale strinse una solida amicizia.

La mostra è divisa in 3 aree tematiche. Scopriamole insieme!

Degas in mostra a Napoli: le 3 aree tematiche

Pensando ad una mostra che rispecchiasse la figura dell’artista e il suo legame con Napoli, la scelta dell’allestimento è ricaduto sulla divisione in tre aree tematiche principali:

  • La Famiglia e la vita a Napoli;
  • I temi e le ricerche;
  • Gli amici e la vita sociale.

La Famiglia e la vita a Napoli

La prima sezione ti guiderà nelle vicende familiari dell’artista a partire dal ritratto del nonno Hilaire e da quelli di alcuni suoi familiari per finire con il capolavoro “La Famiglia Bellelli”.

Un filmato spiega alcuni dettagli di questo dipinto, che mostra la bravura dell’artista anche nel rappresentare con sguardi, gesti e dettagli i rapporti tesi all’interno del ménage familiare.

La famiglia Bellelli era composta dalla zia di Edgar Degas, Laurie, dal marito, il barone napoletano Gennaro Bellelli e dalle figlie Giovanna e Giulia di 7 e 10 anni.

I coniugi abitavano in un villino di Firenze che la zia dell’artista non amava e non era in buoni rapporti nemmeno con il marito considerato gretto e avido.

L’espressione della donna, infatti, è lontana e malinconica e sembra esprimere in questo modo il disappunto per la sua vita matrimoniale.

Il disegno appeso accanto alla zia Laurie, è il ritratto del nonno paterno Hilaire e presumibilmente l’abbigliamento nero è dovuto al lutto per la sua morte.

Degas a Napoli

Presenti anche una carrellata di immagini che raccontano la Napoli di fine ‘800, come ho accennato Degas fu in città tra il 1850 al 1860.

Visibile in questa area anche il Carnet di disegni per Ludovic Halévy, scrittore e grande amico dell’artista, che ospitava nel suo salotto personalità dell’arte, della musica e della cultura parigina di fine ‘800.

Durante queste serate Degas realizzava degli schizzi, che costituiscono una sorta di diario intimo, che in questi disegni si lascia andare liberamente a idee, progetti e fantasie.

I temi e le ricerche

La seconda sezione, dedicata ai temi e alle ricerche, raccoglie i soggetti preferiti dall’artista: ballerine, corse dei cavalli, serate nei caffè e “maison close” (le case chiuse).

Grazie a questa selezione di opere è molto chiara l’opposizione tra una Parigi frenetica e mondana e il dramma di chi è espulso dalla società dell’apparenza, relegato in una quotidianità faticosa: stiratrici, lavandaie, prostitute e persone inebetite dall’alcool in fumosi caffè.

Si apre con un prestigioso e fragile disegno “Il ritratto di Eugène Manet”, la figura è quasi impercettibile e per questo davvero emozionante.

Questa è ancora più affascinante se si pensa che è l’unica opera originale di Degas presente alla mostra.

Degas ritratto Manet

Presenti in questa sezione anche le traduzioni a stampa dei monotipi di Degas de La Famille Cardinal, litografie stampate per Ambroise Vollard.

La Famille Cardinal è un racconto di Ludovic Halévy, che l’artista rende protagonista delle sue illustrazioni.

Troverai inoltre tre sculture in bronzo di Degas: Cavallo, Petite Arabesque e Danseuse Espagnol.

Vincenzo Sanfo curatore mostra
Una delle ultime incisioni di Degas, realizzata quando era già quasi cieco, e non riuscendo ad apporre firma leggibile decise di biffare l’opera per impedirne repliche.

Molto interessante l’area “nascosta dietro un tendaggio nero” che custodisce le illustrazioni erotiche della Maison Tellier tratte dall’opera di Guy de Maupassant.

Gli amici e la vita sociale

La terza sezione è dedicata agli amici e alla vita sociale, anche se Degas non era un mondano e aveva pochi amici ai quali teneva tantissimo.

In questa area troverai le opere di artisti come Marcellin Desboutin, Cézanne, Picasso, Palizzi, Manet.

Una menzione particolare va fatta all’opera che chiude la mostra, l’acquaforte di Pablo Picasso che ritrae in modo ironico Degas e Desboutin all’interno di una casa chiusa.

Durante il percorso ammirerai anche 34 fotografie, poiché questa invenzione del 1839 affascinò Degas che la utilizzò per lo studio sul movimento.

Degas a Napoli

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