Procida
Napoli

Procida attraverso “L’Isola di Arturo”: omaggio a Elsa Morante

Intro: Scopriamo Procida attraverso L’Isola di Arturo di Elsa Morante: un itinerario letterario tra i luoghi che hanno ispirato il romanzo vincitore del Premio Strega nel 1957.

Procida è l’isola più piccola del Golfo di Napoli, un gioiellino mediterraneo fatto di casette colorate, barche di pescatori e mare, dove il tempo sembra essersi fermato, protagonista silenziosa di L’Isola di Arturo, il celebre romanzo di Elsa Morante.

Sebbene la scrittrice sottolinei che la storia sia frutto dell’immaginazione e dell’interpretazione, è impossibile non riconoscere quanto l’isola e i suoi paesaggi abbiano influenzato la trama.

La bellezza di Procida, i suoi colori vivaci e l’atmosfera unica si riflettono nel libro, creando un’ambientazione che diventa personaggio. Le strade, il mare e le case colorate sono il palcoscenico perfetto per la crescita del giovane Arturo, il protagonista che vive sull’isola aspettando il ritorno del padre.

Oggi voglio portarvi alla scoperta di Procida attraverso un itinerario letterario, sulle tracce de L’Isola di Arturo. Questo romanzo, che le valse il Premio Strega nel 1957, racconta la storia di un ragazzo orfano di madre che cresce sull’isola, aspettando il padre e sognando di viaggiare con lui. Ma quando il padre ritorna con una giovane moglie, Arturo dovrà fare i conti con questa nuova realtà.

Se amate la scrittura di Elsa Morante come me, vi invito a seguire questo viaggio alla scoperta dei luoghi che hanno ispirato il suo capolavoro.

1. L’albergo Eldorado

Procida Villa Eldorado

Per iniziare il nostro itinerario nei luoghi di L’Isola di Arturo, partiamo dal punto in cui il romanzo ha preso vita: il celebre Albergo Eldorado, situato in via Vittorio Emanuele 225 a Procida.

Costruito nel 1800, l’albergo divenne famoso negli anni ’50, quando ospitò numerosi scrittori italiani, tra cui Vasco Pratolini e Alberto Moravia, che nel 1955 fu accompagnato dalla moglie Elsa Morante.

Proprio dai giardini di questo albergo, la scrittrice iniziò a scrivere alcune delle pagine più suggestive del romanzo, ispirata dalla vista sul mare e dal profumo dei limoni che pervadevano l’aria.

L’Albergo Eldorado ha chiuso nel 1998 e il Comune di Procida prese in gestione la struttura e i giardini, ribattezzati dai procidani “Giardini di Elsa Morante”, per permettere a tutti di godere di questa cornice incantevole.

Purtroppo, a causa di alcune dispute tra il Comune e i proprietari, il sito è attualmente chiuso al pubblico. Il giardino di limoni, però, è ancora visibile dal cancello, che permette uno sguardo fugace su ciò che fu un angolo di quiete e ispirazione per l’autrice.

Anche se l’albergo non è più accessibile, non disperate: tutti gli altri luoghi che hanno ispirato il romanzo sono visibili e pronti ad accogliervi.

Per vivere appieno l’esperienza, vi consiglio di prenotare un’escursione di un giorno a Procida, con partenza da Napoli e pranzo incluso, così da esplorare i luoghi de L’Isola di Arturo con calma e senza fretta.

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2. Il Porto e la Chiesa di Santa Maria della Pietà

Isola Di Arturo

Il romanzo di Elsa Morante, “L’Isola di Arturo”, è suddiviso in otto capitoli, ciascuno frammentato in piccoli sotto-capitoli. Tra questi, uno dei più memorabili è proprio “L’isola”, che compare nelle prime pagine ed esemplifica l’abilità unica dell’autrice nel dipingere Procida con parole.

“Le isole del nostro arcipelago, laggiù, sul mare napoletano, sono tutte belle. Le loro terre sono per grande parte di origine vulcanica; e, specialmente in vicinanza degli antichi crateri, vi nascono migliaia di fiori spontanei, di cui non rividi mai più i simili sul continente. In primavera, le colline si coprono di ginestre: riconosci il loro odore selvatico e carezzevole, appena ti avvicini ai nostri porti, viaggiando sul mare nel mese di giugno.”

Non è solo Procida, con i suoi paesaggi, a emergere dalla penna di Elsa Morante: anche il mare diventa un elemento vivo e poetico, una fonte inesauribile di ispirazione.

“Là, nei giorni quieti, il mare è tenero e fresco, e si posa sulla riva come una rugiada. Ah, io non chiederei d’essere un gabbiano, né un delfino; mi accontenterei d’essere uno scorfano, ch’è il pesce più brutto del mare, pur di ritrovarmi laggiù, a scherzare in quell’acqua.”

Il viaggio immaginativo conduce poi al porto, il cuore pulsante dell’isola, con le sue casette color pastello e vicoli ombreggiati:

“Intorno al porto, le vie sono tutte vicoli senza sole, fra le case rustiche, e antiche di secoli, che appaiono severe e tristi, sebbene tinte di bei colori di conchiglia, rosa o cinereo.”

Nonostante le libertà creative della Morante, il porto di Procida resta riconoscibile. Tra i suoi simboli vi sono il Cristo dei Pescatori, un’icona venerata, e la Chiesa di Santa Maria della Pietà, la più antica dell’isola, che custodisce la storia e il fascino di questo luogo unico.

3. L’Isola di Arturo e La Casa dei Guaglioni

Procida Isola di Arturo

Dal tetto della casa si può vedere la figura distesa dell’isola, che somiglia a un delfino; i suoi piccoli golfi, il Penitenziario e, non molto lontano, sul mare, la forma azzurra-purpurea dell’isola di Ischia“.

La Casa dei Guaglioni dove vive Arturo, ereditata dal padre, ipoteticamente è identificabile con l’Hotel La Vigna, nel pieno centro storico a Procida, a 15 minuti a piedi dal porto di Marina Grande e pochi minuti da Marina Corricella.

Immerso in un vigneto, nel quale si respira un’atmosfera tranquilla e dove da settembre è possibile aiutare lo staff dell’hotel nelle affascinanti fasi della vendemmia.

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4. Terra Murata e Palazzo d’Avalos

Procida Terra Murata

Sulla collina di Terra Murata, il punto più alto dell’isola, si trova il borgo medievale, uno degli insediamenti più antichi.

Il luogo di principale interesse turistico, oltre al panorama incantevole, è Palazzo d’Avalos, costruito nel 1543 per ospitare i governatori dell’isola.

Ne L’isola di Arturo, questo palazzo viene nominato come “il Castello”, che con la sua imponente mole, nell’oscurità, fa apparire Procida come una fortezza in mezzo al mare, quando vista dalle navi a largo.

Palazzo d’Avalos fu trasformato in carcere dal 1830 al 1988 e così viene descritto da Arturo, che fin da piccolo esprime una simpatia per i detenuti, immaginandoli come eroi e condottieri, prigionieri di uno sfortunato destino.

Questo è il Penitenziario dove, nel libro, è richiuso Tonino Stella, l’amico del padre, e della cui scoperta scaturirà una svolta nella vita del ragazzo, ormai diventato adolescente.

5. L’isola di Vivara

Procida Isola Vivara

Oggi, l’isola di Vivara è collegata a Procida da un ponte, ma dal libro sappiamo che, all’epoca di Arturo, era raggiungibile solo in barca.

Il ragazzo con la sua fedele cagnolina Immacolatella arriva a Vivara per le sue scorribande grazie alla sua barca, “La Torpediniera delle Antille”, sulla quale fa le prove di quelle che sogna saranno le sue avventure in mare.

“Quando, attraversato il piccolo stretto, sbarcavamo nell’isoletta deserta di Vivara, che è a pochi metri da Procida, i conigli selvatici fuggivano al nostro arrivo

Vivara è un’oasi naturalistica protetta dal 1974 ed è stata dichiarata Riserva Naturale dello Stato nel 2002.

6. L’isola di Arturo e il Belvedere Elsa Morante

Nel 2017, il Comune ha intitolato il Belvedere in via Pizzaco a Elsa Morante, come omaggio alla scrittrice che con la magia della sua penna ha impresso e diffuso la bellezza di Procida nel mondo intero.

Dal Belvedere Elsa Morante è possibile ammirare il panorama fino a Marina di Corricella e il suo borgo di pescatori, tanto caro anche a Massimo Troisi, che vi ambientò alcune scene de “Il Postino”.

Nel 2022, l’isola è stata proclamata Capitale della Cultura, un riconoscimento che ne celebra la bellezza e la sua importanza culturale.

Spero che questo itinerario letterario vi sia utile, intanto vi assicuro che Procida vi ammalierà e non potrete più dimenticarla!

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