
Pozzuoli: cosa vedere al Rione Terra
Intro: Cosa vedere a Pozzuoli e ai Campi Flegrei. Un’esperienza unica e assolutamente da fare! Scopriamo insieme la zona del Rione Terra!
Pozzuoli, terra di storia e miti, conosciuta ai più, al di fuori della regione Campania, per la Solfatara, il Tempio di Serapide, alcuni laghi vulcanici, il porto dove imbarcarsi per le isole e per aver dato i natali a Sofia Loren.
Ma, la città, così come tutto il territorio dei Campi Flegrei, è molto più di questo!
L’Associazione Malazè propone ogni anno il suo Festival Enoarcheogastronomico e ti racconto di quella volta che al press tour partecipai anch’io ed ebbi la fortuna di scoprire una parte del Rione Terra.
Di cosa parlo in questo articolo
Pozzuoli: scopriamo insieme il Rione Terra

Storicamente, paesaggisticamente e territorialmente, i Campi Flegrei hanno un’enorme importanza, che ha richiamato dal XVII secolo al XIX secolo visitatori da tutta Europa.
Tra questi Goethe, che nel suo “Viaggio in Italia” ne da un’ampia descrizione.
Ho vissuto Pozzuoli e i suoi dintorni per 5 anni, quelli delle scuole superiori, che ho frequentato lì. Era però un po’ di tempo fa e oggi sono cambiate molte cose, fortunatamente in meglio.
Così, quando l’Associazione Malazè mi ha invitato a prendere parte al press tour per visitare alcuni luoghi della zona, ho accettato molto volentieri.
Nello specifico, l’itinerario era focalizzato sul Rione Terra, cuore della città di Pozzuoli, antica acropoli, abitata fin dal II secolo a.C. e costruito in alto per controllare sia le rotte terrestri che le rotte marittime.
Uno sperone roccioso di tufo giallo circondato su tre lati dal mare, tra Nisida e Baia, a 33 metri sul livello del mare.
Nel 1970, il Rione Terra fu abbandonato a causa del bradisismo, che provocò altri danni nel 1980, aggravati anche dal terremoto dell’Irpinia.
Grazie agli interventi di riqualificazione del territorio e del percorso archeologico di epoca romana, il Rione Terra è stato riaperto nel 2014 ed è ora visitabile.
“C’è un quartiere dove i capitoli della lunga storia di Pozzuoli si sono sovrapposti uno ad uno come pagine di un libro. Questo quartiere è Il Rione Terra”.
Alberto Angela
Visitare Pozzuoli con Malazè
Era il 2016 e alcuni tra blogger e giornalisti fummo ospitati nella suggestiva location del Villa Avellino Historic Residence per la presentazione della XI edizione di Malazè, il Festival Enoarcheogastronomico che coinvolge ogni anno tutta la comunità dei Campi Flegrei.
Venimmo accolti da una colazione offerta dal Bar Officine Nautilus, sorseggiando il Caffè Lazzarelle, un’idea imprenditoriale per coinvolgere le donne della Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli.
“Malazè si propone, sin dalla sua nascita, di stimolare e orientare le persone, che vivono nello splendido territorio dei Campi Flegrei verso un attivismo progettuale, a base culturale, capace di creare un ecosistema diffuso, abilitante, partecipato e collaborativo, di idee e progetti sostenibili.
Proiezione del docu-film “Mirabiles. I custodi del mito”
La presentazione del tour fu preceduta dalla proiezione del docu-film “Mirabiles. I custodi del mito.” di Marco Perillo e Alessandro Chetta.
Emozionante e coinvolgente, un documentario omaggio agli assuntori di custodia di alcuni suggestivi siti archeologici:
- La Tomba di Agrippina;
- La Piscina Mirabile;
- Il Teatro Romano;
- La Grotta della Dragonara;
- La Grotta della Sibilla;
Gli assuntori di custodia di questi luoghi storici se ne prendono cura da generazioni e vengono pagati €1 al giorno. Ciò che fanno, come aprire le porte ai visitatori, è fatto solo per amore del loro territorio.
In questo documentario gli assuntori di custodia, Giovanni, Imma, Filippo, Salvatore e Carlo, raccontano le loro giornate, ciò che conoscono di questi posti meravigliosi e le loro emozioni.
Nei loro occhi c’è tutta la malinconia del guardare ciò che custodiscono, spesso in condizioni malandate e decadenti.
Ognuno di loro si definisce come custode dei segreti del luogo che protegge e tutela, crede di poter dare un valore aggiunto, ma è anche consapevole che c’è davvero bisogno di fare di più.
Si chiedono perché questi luoghi non vengano dati loro in concessione o perché non vengano trattati come meriterebbero, per la storia che hanno.
Sul finale Carlo Santillo, custode, caronte e cicerone della Grotta della Sibilla, chiede a chi sta girando il documentario:
“Voi siete giornalisti, no? Quando parlate o scrivete di questi luoghi metteteci il cuore e una marcia in più per farli conoscere e incrementare il turismo.”
Oggi, la Grotta della Sibilla è chiusa, perché l’anziano Carlo è malato e, inoltre, a gennaio 2020, una frana ha occluso il percorso di accesso all’ingresso.
Un vero peccato, ma ti consiglio comunque di visitare i Campi Flegrei e gli altri suoi luoghi storici e mitologici, perché ne vale davvero la pena.
Te ne andrai da lì con un’anima più arricchita e gli occhi pieni di bellezza e meraviglia.
Cosa vedere a Pozzuoli: il tour al Rione Terra

Il Press Tour “Dall’Antica Puteoli alle nuove opportunità”, denominato poi familiarmente “Nun vac e press Tour” (non vado di fretta), si concentrava al Rione Terra, con una visita al Percorso Archeologico Sotterraneo gestito dal Comune di Pozzuoli.
Percorso Archeologico Sotterraneo
In questo luogo magico, accompagnati da una guida di Curiosity Tour Napoli, ci fu illustrato com’era quella zona ben 2000 anni fa, grazie ad un sito archeologico perfettamente conservato.
Gli orari di apertura sono sabato, domenica e festivi, dalle 9 alle 12 e dalle 13:30 alle 16:30, con ingresso ogni ora e la biglietteria chiude mezz’ora prima.
È necessario prenotare, telefonando dal lunedì alla domenica ai numeri 081 19936286 oppure andando all’Infopoint al Rione Terra dalle 9 alle 17, sabato, domenica e festivi.
Il costo del biglietto è di:
- €5 intero;
- €2,50 per i giovani tra i 18 e i 25 anni;
- gratuito per i minori di 18 anni.
Basilica Cattedrale Tempio d’Augusto: il Duomo di Pozzuoli
La visita continuò alla Basilica Cattedrale – Tempio d’Augusto, accompagnati dalla professoressa Andreina Moio e dai volontari della Associazione Nemea.
Il centro religioso del Rione Terra è il Duomo di Pozzuoli, dedicato a San Procolo, costruito in epoca spagnola e custode di un segreto: inglobava un antico tempio romano, il Tempio di Augusto.
Per vederlo, si deve entrare dalla Cappella del Santissimo Sacramento, guardando tutte le decorazioni barocche per poi volgere lo sguardo verso una struttura di marmo di Carrara, il tempio romano.
Uno dei templi più importanti della città 2000 anni fa, costruito su un tempio ancora più antico, il Capitolium dedicato a Giove, Giunone e Minerva.
Nel ‘600, il Tempio di Augusto venne inglobato nella nuova cattedrale, scomparendo del tutto, per riapparire nel 1964, quando il Duomo fu colpito da un incendio che riportò alla luce l’antica struttura.
Oltre allo sbalordimento nel guardare un tempio romano inglobato in una cattedrale barocca, ammirai, tra i quadri che erano esposti all’interno, ben tre dipinti della mia pittrice preferita, Artemisia Gentileschi.
Non sapevo fossero lì e questa scoperta mi lasciò senza fiato di fronte alla bellezza dei colori che usava e al suo tratto distintivo.

Ad accompagnarci, durante il press tour, c’era anche il maestro Antonio Isabettini, che con appassionato fervore ci ha raccontò le tradizioni dei residenti del Rione Terra prima dell’evacuazione del 2 marzo 1970.
Museo Diocesano
Facemmo, poi, fatto tappa al Museo Diocesano, inaugurato a maggio 2016, dove il curatore, professor Alessandro Migliaccio, ci ha raccontò la storia e le collezioni presenti all’interno.
Nasce prima di tutto per salvaguardare la memoria della storia dell’arte puteolana, quando sul finire degli anni ‘70, il vescovo di Pozzuoli Sorrentino iniziò a lavorare per la sua apertura.
La sede definitiva si trova oggi presso il Palazzo Vescovile al Rione Terra di Pozzuoli.
Subito dopo abbiamo incontrammo l’allora sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia, che ci ha parlato delle difficoltà del territorio, ma anche della volontà di ridargli lustro e di promuovere il turismo.
Cos’è un Malazè

Da lì raggiungemmo la darsena detta “U Valjone” dove vedemmo l’ultimo Malazè e incontrato Antimo.
Cos’è un Malazè?
Fino agli anni ’50 erano conosciuti così, a Pozzuoli, i depositi di attrezzi per la pesca e diverse abitazioni che si affacciavano direttamente sulla Darsena e verso il Porto, avevano aperture che permettevano l’ingresso delle barche.
Erano i malazzè (dialetto puteolano): “magazzino-magazzeno-malazzè”.
Antimo è maestro d’ascia e custode dell’ultimo malazè al porto di Pozzuoli. Costruisce barche e la sua bottega è rimasta immutata da 3 generazioni.
Quando vede arrivare qualcuno è orgoglioso di mostrare le sue creazioni meravigliose e invita a dare un’occhiata all’interno.
Basta un solo passo per varcare la soglia e venire catapultati in altre epoche, quelle di cui Antimo è tanto fiero.
Vino, birra e cibo di Pozzuoli

Il press tour si è concluso con la degustazione di stuzzichini, pizza, vini e birre.
La degustazione dei vini da vitigni a piede franco dei Campi Flegrei era offerta dal Consorzio Tutela Vini dei Campi Flegrei, Ischia e Capri, presentato da Tommaso Luongo e Gerardo Vernazzaro.
E poi ancora, poesia, arte, musica, alta cucina e street food, teatro, buon vino.
Insomma, Rosario Mattera, fondatore ed organizzatore di Malazè, lo staff, i volontari e tutto il meccanismo dell’organizzazione permettono che le edizioni di questo festival siano allegre, emozionanti e coinvolgenti, credendo nell’unione di sinergie positive.
Dove dormire a Pozzuoli
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